"Un corpo è il luogo che apre, che distanzia, che spazia capo e coda, dando loro luogo per fare evento (godere, soffrire, pensare, nascere, morire, fare l’amore, ridere, starnutire, tremare, piangere, dimenticare…..)."
(Jean-Luc Nancy “CORPUS”)
Un amico mi domandò che cosa mi piacesse di più dell’estate.
Gli risposi: “Amo l’estate perché finalmente non indosso più le scarpe e posso camminare scalza: tutto questo mi rende libera”.
Ricordo il suo viso: mi guardò e sorrise . . .
a volte penso di essere troppo semplice . . .
Il corpo è il nostro luogo
a volte silenzioso
a volte talmente rumoroso da voler scappare da lui.
Il luogo dove i pensieri, le parole si formano,
dove la nostra voce si espande verso l’altro,
il luogo dove la forza diventa ombra o luce,
il luogo dove il sentire diventa vita.
La superficie di un corpo da capo a coda è sempre del medesimo colore,
diventiamo “colori diversi” quando all’interno del nostro luogo “viviamo il nostro essere e il nostro vero sentire”.
Avviene la magia dei "battiti in cammino".
Sarebbe bello camminarsi dentro senza paura,
vivere le trame e gli orditi che hanno costruito il nostro luogo . . .
tralasciare la superficie troppo sfruttata, faticosa e competitiva per gli assurdi giochi di potere.
Il tempo è il prezioso palcoscenico per i nostri corpi.
Il tempo reale racconta il nostro battito,
i colori della quotidianità compongono ritmicamente giorno dopo giorno la grande tela della vita.
Maria Pellini