Nel 2010 frequentando un corso di teatro, lavorando molto con il corpo, l’identità del personaggio acquisendo consapevolezza sperimentando la forza dell’Energia del Gruppo, sentii forte il desiderio di ritornare al disegno.
Tornavo la sera tardi dal corso e mi dirigevo con urgenza verso la scrivania e con il carboncino “svuotavo” il mio corpo (Essere) riempiendo di disegni il pavimento della mia camera.
Li ho chiamati "schizzi da scrivania"
"L’abolizione di uno degli strumenti che da sempre ha contraddistinto il disegno rispetto alle altre forme d’arte, l’annullamento del potere della correzione, della possibilità di tornare indietro, trova un perfetto parallelismo con la vita: il non ritorno."
Maria Grazia De Marco
Gli schizzi da scrivania diventarono con il Tempo, “Tele medie e grandi da scrivania”, unendo al carboncino un elemento quotidiano del mattino , un profumo di un momento di piacere o di riposo, il caffè. In queste opere io gioco con i segni amando visi e corpi trasformati dalla loro storia e dalla loro unicità.
"Corpi, visi, luoghi che nascono da un disegno di getto, da impulsi e sensazioni immediate, che trovano forza in un elemento inusuale: il caffè.
Un materiale dall’essenza e dal colore intenso che diventa protagonista, insieme a queste figure, di un passaggio importante nella vita artistica, e non solo, della pittrice: la riscoperta, sotto una nuova luce, del suo corpo, che le permette di acquisire una consapevolezza rinnovata"
Maria Grazia De Marco